Ambientato in un’inedita Mauritania, Il corpo della sposa racconta la storia di Verida (l’esordiente Verida Beitta Ahmed Deiche), una ragazza moderna che lavora in un salone di bellezza, frequenta i social network, si diverte con le amiche. Quando la famiglia sceglie per lei un futuro sposo, Verida – come molte sue coetanee – si vede costretta a prendere peso affrontando il “gavage”, per raggiungere l’ideale di bellezza e lo status sociale che la tradizione del suo Paese le impone. Mentre il matrimonio si avvicina a grandi passi, pasto dopo pasto, Verida mette in discussione tutto ciò che ha sempre dato per scontato: i suoi cari, il suo modo di vivere e – non ultimo – il suo stesso corpo.
Qualche anno fa, guardandomi allo specchio, ho iniziato a vedere le prime rughe sul viso. Stavo invecchiando: la gioventù apparteneva al passato e non c’era molto che potessi fare, se non cercare di accettarlo con un po’ di saggezza e possibilmente di grazia.
Da quel momento ho iniziato a osservare le donne intorno a me, rendendomi conto che molte sono all’eterna rincorsa della giovinezza a tutti i costi, ossessionate da modelli di bellezza folli, imposti e sempre relativi, arrivando spesso a dimagrire troppo o a gonfiare in modo innaturale i propri lineamenti, nel peggiore dei casi
addirittura a sfigurarsi.
Così, d’istinto, è arrivata l’idea di fare un film che raccontasse in qualche modo questo paradosso (uno dei tanti) della parte di mondo in cui vivo. Poco tempo dopo, mi sono imbattuta casualmente in un articolo sul fenomeno del gavage in Mauritania: donne che per essere considerate belle ed essere accettate dal futuro marito devono ingrassare. Ho capito subito di aver trovato quello che stavo cercando, una storia che raccontava lo stesso paradosso occidentale, ma al contrario. Nel 2012, durante il mio primo sopralluogo in Mauritania, ho visitato le maggiori città in cerca di giovani donne e ragazze che mi raccontassero la propria esperienza. Ero già a caccia della protagonista e poco prima di ripartire ho conosciuto Verida. Il suo nome significa “unica”, e per me lo è davvero. Possedeva quello sguardo luminoso e speciale che stavo cercando, e aveva vissuto quella stessa esperienza che volevo raccontare nel film. Durante i successivi tre sopralluoghi, tra il 2016 e il 2018, ci siamo conosciute meglio, nonostante la difficoltà della lingua. Verida vive a Nouakchott, la capitale del Paese, che è un ponte tra il Maghreb e l’Africa nera. Un universo a sé, diversa da qualsiasi altra città di un continente con il quale ho un profondo legame. Mia nonna infatti è nata in Algeria, mio padre in Tunisia, mio fratello in Egitto, e io stessa ho passato parte della mia infanzia in Marocco e Congo. IL CORPO DELLA SPOSA è stato scritto sulla base delle esperienze di Verida e delle tante ragazze che ho incontrato. Volevo fare un film che potesse restituire la complessità di un fenomeno così poco conosciuto come il gavage, delle tante realtà ad esso legate (il dreg dreg, le fat farm, lo sbiancamento della pelle, i divorzi multipli, ecc…) e di una società molto diversificata, stratificata e difficile da penetrare come quella mauritana.
La Mauritania nel mio film funziona come un “altrove”, in opposizione al mondo da cui provengo e vivo, e tuttavia, nella sua paradossale inversione di una serie di rapporti, si trasforma in uno specchio che mostra il modo distorto in cui il corpo delle donne viene sempre percepito.
Michela Occhipinti
Trailer
Prodotto da
Vivo film con Rai Cinema
in collaborazione con Films Boutique e KMBO
con il sostegno del Ministero per i beni e le attività culturali – Direzione Generale Cinema, con il supporto di Regione Lazio, sviluppato con il supporto di Europa Creativa – Programma MEDIA dell’Unione Europea
Cast
Verida: Verida Beitta Ahmed Deiche
Amal: Amal Saab Bouh Oumar
Aichetou: Aichetou Abdallahi Najim
Sidi: Sidi Mohamed Chighaly
Cast tecnico e artistico
soggetto e sceneggiatura: Michela Occhipinti e Simona Coppini
prodotto da: Marta Donzelli and Gregorio Paonessa
fotografia: Daria D’Antonio
montaggio: Cristiano Travaglioli
musiche originali: Alex Braga
Dati tecnici
Anno: 2019
Durata: 94′
Paese: Italia
Lingua: hassaniyya
Festival e premi
Berlinale – Berlin International Film Festival 2019: Panorama
Tribeca Film Festival 2019: Narrative International Competition
Haifa International Film Festival 2019: New Italian Cinema
International Film Festival of India 2019: World Panorama
Jeonju International Film Festival 2019: Cinemafest
Melbourne International Film Festival 2019: Feature
Taipei Film Festival 2019: Future Lights
BIF&ST – Bari International Film Festival 2019: Nuovo cinema italiano in anteprima
BIFF – Bogotà International Film Festival 2019: Insumis@s
Durban International Film Festival 2019: Feature Films