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Giovanni Maderna

Nato a Milano nel 1973, interrompe gli studi in Lettere Moderne presso l’Università Statale di Milano per trasferirsi nel 1995 a Lione dove compra una cinepresa 16mm e dirige “La Place”, cortometraggio dedicato alla piazza cittadina dove vive e ai suoi abitanti. Il film viene premiato con il Sacher d’oro alla prima edizione del festival di Nanni Moretti. Dopo aver frequentato per alcuni mesi il Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma realizza un secondo cortometraggio: “Jahillia” (Occidente)”, storia di un immigrato maghrebino sulle colline dell’Oltrepò pavese, ispirato a personaggio e situazioni di un racconto di Flannery O’Connor, anch’esso premiato al Sacher Festival e in altre manifestazioni. Nel 1997 prende parte al lungometraggio collettivo “Com’è bella la città”, coordinato da Goffredo Fofi, con un episodio documentaristico dedicato a Milano. Del 1998 è “Dolce Stil Novo”, storia di adolescenti dell’Hinterland milanese basato su una novella di Checov; presentato al Festival di Locarno e alla Biennale dei Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo (Roma, 1999).

Con “Questo è il giardino”, scritto insieme a Carolina Freschi, che ne è attrice protagonista, esordisce nel lungometraggio. Il film racconta la vicenda di due giovani musicisti del Conservatorio di Milano ed è suddiviso in quattro fasi (innamoramento, passione, separazione, e ricongiungimento) con riferimento ai quattro giardini che si trovano nella Bibbia (Genesi, Cantico dei Cantici, Vangelo e Apocalisse)

Premio Luigi De Laurentiis Miglior Opera Prima alla Mostra del Cinema di Venezia 1999.

Nel 2001 realizza “L’amore imperfetto”, interpretato da Enrico Lo Verso e Marta Belaustegui, in competizione a Venezia e al London Film Festival. Film che, ispirato a un fatto di cronaca, racconta la storia dei genitori di un bambino che soffre di una grave malformazione.

Nel 2005, con “Bologna, 16-2-05, Giovanni Maderna e Antonio Moresco incontrano Alberto Grifi” ritorna al documentario. Si tratta di una video-intervista dedicata al lavoro del grande film-maker sperimentale italiano.

La sua attività di produttore inizia nel 2006 con la realizzazione, in co-produzione con Invisibile Film, del proprio terzo lungometraggio: “Schopenhauer”, presentato in concorso al festival di Locarno e in molte altre manifestazioni tra cui il BAFICI a Buenos Aires e “Open Roads” al Lincoln Center di New York.

Fonda nel 2007 la casa di produzione Quarto Film, con la quale ha finora prodotto o co-prodotto, tra gli altri, “Il figlio di Amleto”, lungometraggio di Francesco Gatti (selezione ufficiale Locarno 2009, finalista Premio Casa Rossa 2010), “Et mondana ordinare” di Daniela Persico (selezione ufficiale Locarno 2009, presentato al Bafici, Buenos Aires 2010)

Produzioni

2010

Un film a “sei mani”. In cui due filmmakers e un bambino partono per un viaggio.

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